Domenica 15 aprile
2012, noi alunni della classe 3^G, insieme agli alunni delle classi 3^D e 1^I,
accompagnati dalle professoresse Noce, Pezzano e Malaspina, abbiamo fatto una
visita guidata a San Luca e Gerace, per visitare la casa natale di Corrado
Alvaro e il luogo dove sono stati uccisi
i “Cinque Martiri di Gerace”.
Gli
scopi che hanno indotto i nostri professori alla realizzazione di questa visita
guidata sono stati vari, primo fra
tutti approfondire la conoscenza di un poeta, nato in Calabria, che tanto ha
dato alla sua terra dal punto di vista culturale, al quale, oltretutto, è dedicata la nostra
scuola media Essendo classi a tempo
prolungato, abbiamo potuto dedicare delle ore a questa attività. Dietro questa uscita
didattica c’è stato però un lungo lavoro preparatorio. Insieme alla nostra professoressa di italiano,
durante le ore di lezione, abbiamo parlato di “Corrado Alvaro”, ne abbiamo
approfondito la poetica, leggendo anche passi di alcune sue opere. Ci siamo
anche dedicati allo studio dei “Cinque
Martiri di Gerace” ,approfondendo queste tematiche dal punto di vista
geografico con la nostra professoressa di storia e geografia. Tutto questo lavoro
è stato arricchito con ricerche fatte da
noi alunni e con materiali che le nostre
professoresse ci hanno fornito.
Partiti da Via del Fortino con il pullman alle 07:30 circa, ci siamo
diretti a San Luca - “…Un paese di case rustiche, sulla schiena di una montagna
come quei nidi che vi fanno i calabroni intorno ad uno spino indurito…” dice
Corrado Alvaro in alcune pagine del suo romanzo “La siepe e l’orto”.
A San Luca
abbiamo visitato la casa natale di Alvaro: "Era una casa, che si
sviluppava in altezza, come un torrione, con una stanza e uno stanzino per
piano. Le divisioni interne erano di legno, e il balcone che correva lungo la
facciata dell’ultimo piano era tanto leggero che pareva di dover precipitare a
muovervi un passo..", scrive lo scrittore in alcune pagine del romanzo
“L’età breve”. Ed è proprio attraverso queste parole che io voglio descrivere
la casa natale di Alvaro.
È
una casa posta su due piani con due stanze per piano e con un balcone che a
muovere un passo, sembrava quasi di precipitare.
Una
cosa che a me personalmente non è piaciuta di questa casa è che è stata messa
della carta da parato e la scala è stata rifatta in legno,ma con uno stilo
ricercato che certamente non era quello originario. Tutto sommato però dalla visita a questa casa
ho imparato altre cose, ho avuto modo di osservare alcuni suoi manoscritti, le
foto di famiglia, il suo lettino e la sua macchina per scrivere…tutte cose che
mi hanno emozionato.
Dopo pranzo siamo andati a Gerace e abbiamo visitato la
città con il trenino turistico, la Cattedrale e il luogo in cui sono stati
uccisi i Cinque Martiri. Gerace è una città medioevale. La leggenda narra che
gli abitanti della costa in fuga dalle razzie dei saraceni, siano stati
condotti da uno sparviero nei monti che dominano la zona di Locri, fino al
luogo in cui fondarono Gerace.
La Cattedrale è un edificio di difficile
datazione, perché mostra segni che appartengo a varie epoche.
Essa è divisa in due parti: nella parte inferiore troviamo la cripta e nella
parte superiore troviamo la basilica vera e propria.
Passando con
il trenino turistico nella parte bassa di Gerace, ci siamo fermati in un parco
dove c’era una lapide in memoria delle cinque persone che sono state uccise a
Gerace duranti i moti insurrezionali della prima metà dell’800 e che noi
conosciamo con il nome dei cinque Martiri Di Gerace.
Dopo aver visitato la città di Gerace, siamo
ritornati a Melito P.S. e siamo arrivati in Via del Fortino.
Quest’esperienza non è morta qua, è già in progetto la realizzazione di
alcuni cartelloni, che metteremo esposti nella nostra classe.
E' stata senza dubbio un’esperienza bellissima e positiva.
Bellissima perché ci siamo divertiti molto e perché tutti noi compagni
siamo stati insieme per un’intera giornata, positiva perché ho imparato qualcosa in più,
in particolare ho conosciuto un poeta illustre della nostra Terra di Calabria,
del quale non sapevo neanche l’esistenza.
Maristella Manganaro, III G
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